venerdì 29 luglio 2011

'Pesata' l'antimateria, ottenuta la misura più precisa

Anche italiani dell'infn nell'esperimento al Cern di Ginevra

lL'esperimento Asacusa, al Cern di Ginevra (fonte: CERN-EX) lL'esperimento Asacusa, al Cern di Ginevra (fonte: CERN-EX)
E' stata ottenuta la misura piu' precisa in assoluto di un'antiparticella: al Cern di Ginevra una nuova tecnica laser ha permesso di misurare con estrema accuratezza la massa dell'anti-protone, la particella-specchio che vive nell'antimondo ed e' opposta rispetto al protone.

Il risultato, pubblicato su Nature, e' l'ultimo traguardo raggiunto dai ricercatori europei e giapponesi dell'esperimento Asacusa, e ha visto anche la partecipazione dei fisici del gruppo collegato di Brescia dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). ''Il grado di accuratezza che abbiamo raggiunto equivale a quella che si potrebbe avere misurando il peso della torre Eiffel a meno di un valore pari al peso di un passerotto posato in cima. La prossima volta sara' pari al peso di una piuma'', ha rilevato Masaki Hori, uno dei responsabili dell'esperimento Asacusa.

''Grazie a questa tecnica - spiega Luca Venturelli, fisico dell'Infn e docente all'universita' di Brescia - abbiamo confermato che l'antiprotone ha la stessa massa del protone, come previsto dall'attuale teoria. Lo abbiamo fatto pero' con una precisione estrema, che finora era stato possibile avere solo nello studio della materia''.

Per verificare se davvero particelle e antiparticelle sono simmetriche, ovvero hanno stessa massa e stessa carica (ma di segno opposto), i ricercatori hanno ricreato in laboratorio un sistema misto di materia e antimateria. Usando il deceleratore di antiprotoni del Cern, hanno creato un particolare atomo di elio in cui uno dei due elettroni che orbitano intorno al nucleo e' stato rimpiazzato da un anti-protone. Questo 'ibrido', definito elio antiprotonico, vive solo pochi milionesimi di secondo. In questo brevissimo lasso di tempo, i fisici sono riusciti a 'fotografarlo' grazie a una nuova tecnica chiamata 'spettroscopia a due fotoni', che con due laser consente di captare quello che fa l'antiprotone intorno al nucleo di elio. La cosa davvero innovativa e' che questa foto e' molto precisa e dettagliata e non risulta mossa anche se l'elio antiprotonico e' sempre in movimento.